In questo caso, è l'azienda stessa a doversi premurare di accantonare il denaro destinato al TFR, in modo da accumulare i fondi necessari a erogare le liquidazioni nel momento in cui i lavoratori si dimettono, vengono licenziati oppure semplicemente vanno in pensione.
Il TFR o liquidazione è una somma calcolata annualmente sulla retribuzione lorda di ciascun dipendente e accantonata dal datore di lavoro. Il TFR corrisponde a circa una mensilità dello stipendio ed è pari al 6,91% della retribuzione lorda annua.
Presso l'Ente Previdenziale, infatti, è stato istituito il Fondo di garanzia del TFR e dei crediti di lavoro, attivabile tramite un'apposita procedura. Tramite lo stesso si può andare a recuperare l'importo accumulato nel corso del periodo in cui si è lavorato presso l'azienda che ha chiuso.
Il rendimento del TFR lasciato in azienda è stabilito dall'articolo 2120 del codice civile: sommando il 75% dell'aumento del costo della vita per gli operai e gli impiegati accertato dall'ISTAT nel mese in esame rispetto al mese di dicembre dell'anno precedente, e un tasso fisso pari ad '1,5% su base annua.
Dove si vede il TFR in busta paga? Il TFR si trova nella parte bassa della busta paga e viene evidenziato sia quanto si è maturato nel mese di riferimento sia quanto è stato accantonato nel tempo. Molto spesso i cedolini riportano anche quanto è stato maturato, a livello di TFR, nell'anno precedente.