Domanda di: Kai Amato | Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2023 Valutazione: 5/5
(69 voti)
“Nel 2015 l'Italia ha espresso la scelta di non coltivare varietà Ogm”, ci racconta Eleonora Sirsi, esperta di diritto alimentare dell'Università di Pisa. Tuttavia la Corte di giustizia europea nel 2017 ha evidenziato la necessità che sia manifesto il rischio per la salute umana, degli animali e per l'ambiente.
In vigore dall'11 dicembre 2016, il D. Lgs. n. 227/2016, che recepisce la direttiva europea 2015/412, dà la possibilità all'Italia di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul proprio territorio.
Le coltivazioni intensive di organismi non transgenici, non sottoposti ai controlli che deve superare un OGM, potrebbero alterare la biodiversità. Gli scettici sostengono che l'introduzione degli OGM potrebbe causare danni ambientali e danneggiare la biodiversità, prendendo il sopravvento sulle specie selvatiche.
Sono diciassette i paesi dell'Unione Europea ad aver scelto di non coltivare piante ogm sul proprio territorio. Il mais resistente alla piralide, unica pianta transgenica legale in Europa, continuerà a venire coltivata solo in Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania.
«Numerosi studi condotti su animali indicano che al consumo di alimenti OGM sono associati gravi rischi per la salute, fra i quali si includono; sterilità, disfunzioni del sistema immunitario, invecchiamento accelerato, malfunzionamento dei geni associati con la sintesi del colesterolo, con la regolazione dell'insulina ...