Domanda di: Ing. Emilia Sartori | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 4.1/5
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Secondo la leggenda, che nei secoli ha ispirato artisti e detti popolari, perì bruciato su una graticola sotto la quale erano stati posti carboni ardenti. Ma secondo molti storici, durante la persecuzione di Valeriano non furono ordinate torture e probabilmente il diacono Lorenzo
Lorenzo
Lorenzo (in latino: Laurentius; Valencia o Huesca, forse 31 dicembre 225 – Roma, 10 agosto 258) è stato uno dei sette diaconi di Roma, dove venne martirizzato nel 258 durante la persecuzione voluta dall'imperatore romano Valeriano nel 257. La Chiesa cattolica lo venera come santo.
La tradizione afferma che Lorenzo fu arso su una graticola messa sul fuoco. A partire dal 4° secolo Lorenzo è stato uno dei martiri più venerati nella Chiesa di Roma. Costantino I fu il primo ad edificare un piccolo oratorio nel luogo del suo martirio.
La tradizione prende il nome da una leggenda, precisamente quella del martirio di San Lorenzo che, arso vivo sulla graticola, ha ricordato la forma delle stelle cadenti, quasi fossero i tizzoni ardenti che hanno portato il santo alla morte.
Perché la notte di San Lorenzo ci sono le stelle cadenti?
Le stelle “cadono” in questo periodo perché la Terra, durante il suo moto orbitale intorno al Sole, incontra uno sciame di meteoriti chiamato Perseidi. Queste non sono altro che detriti lasciati da una cometa dal nome Swift-Tuttle.
Le stelle cadenti nella notte di San Lorenzo non sono altro che le lacrime dal martire. San Lorenzo morì bruciato vivo su una graticola: una morte estremamente dolorosa e lunga. In ricordo del suo martirio è nata l'usanza di poter esprimere un desiderio, cioè di chiedere una "grazia".