Domanda di: Dr. Mattia Barone | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 4.8/5
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3. Con lo sviluppo della tecnica del soffiaggio, si incentivò ulteriormente la diffusione del vetro, con i romani che lo utilizzarono in varie forme, dalle bottiglie ai vasi. Il colore più diffuso, inizialmente, era il verde, poiché la sabbia utilizzata era impura, con contaminazioni di ferro.
Il vetro trasparente non ripara dalla luce il prodotto che contiene. È utilizzato quindi, per quei prodotti che non risentono della luce come l'acqua e gli alcolici. Il vetro verde offre un po' più di protezione dalla luce e può essere utilizzato per il vino e i succhi di frutta.
Secondo un racconto di Plinio, questo materiale fu una scoperta accidentale dovuta ad alcuni mercanti fenici che, intorno al 5000 a.C., sbarcati presso le rive del fiume Belo in Siria, accesero un fuoco da campo ed usarono per appoggiare le loro pentole dei blocchi di nitrato prelevato dal carico che trasportavano.
La pasta vitrea (bolo), una volta scaldata, veniva applicata ad un lungo e sottile tubo di ferro nel quale l'artigiano soffiava per dare alla pasta la forma desiderata. A volte, per semplificare e velocizzare la produzione il bolo veniva soffiata direttamente all'interno di stampi.
Intorno al 1000-500 a.C. risalgono piccoli vasi in vetro ritrovati in India e Cina. Al 1700 a.C., in Sardegna, risale la prima evidenza di lavorazione del vetro nel Mediterraneo. Uno sviluppo della tecnica si ebbe poi nel VII-VI secolo a.C. in Fenicia, per produrre stoviglie, altri utensili e monili.