Facile a dirsi, la risposta è per praticità, infatti le pizze non hanno mai una forma regolare e sarebbero difficili da inserire in un cerchio perfetto. Inoltre, la scatola quadrata è più facile da immagazzinare, trasportare e imballare, mantiene inalterata la sua forma e può essere rapidamente assemblata.
Necessario è anche avere un cartone con buchi laterali che servono alla fuoriuscita del vapore, perché quando la pizza esce dal forno ha una temperatura vicina a quella di ebollizione dell'acqua (95 gradi circa) e, se il cartone fosse completamente ermetico la pizza continuerebbe a cuocere.
il coperchio pulito – che solitamente non viene intaccato dalla pizza – va strappato e messo nel contenitore della carta; la parte del contenitore imbrattata di cibo va ridotta di ingombro e inserita nel bidone indifferenziato - solo se certificato compostabile può essere conferito nel bidone dell'umido.
Storia. La scatola in cartone per asporto della pizza fu brevettata da Sergio Boscolo nel 1985. Nello stesso anno fondò la Trebox un aziende specializzata nella produzione su larga scala di questo prodotto.
Si tratta di una pasta composta da almeno l'80% di cellulosa al solfato di conifere a fibra lunga e da un 20% di altra materia fibrosa vergine. Anche la pasta cellulosica così realizzata deve essere al 100% vegetale e senza materiale da macero.