Perché si fa il DNA fetale?

Domanda di: Albino Longo  |  Ultimo aggiornamento: 11 dicembre 2023
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Il test del DNA fetale (o Nipt, dall'inglese Non Invasive Prenatal Test) è uno screening non invasivo che viene effettuato durante la gravidanza e che permette di valutare il rischio, da confermare poi con test più complessi, di malattie dovute ad anomalie dei cromosomi (cromosomopatie).

Quando è consigliato fare il DNA fetale?

In quale epoca si esegue? Si può fare a partire dalla decima settimana di gestazione, ma è consigliabile aspettare l'11esima, quando è più probabile che la quantità di DNA fetale confluita nel sangue materno sia sufficiente per essere isolata e quindi analizzata.

Quali malattie si vedono con il test del DNA fetale?

Il test non è diagnostico, pertanto non sostituisce la diagnosi prenatale invasiva. Indica però una percentuale di rischio. A tale proposito test clinici hanno dimostrato che è in grado di identificare il rischio nel 99 % dei casi di sindrome di Down, nel 97 e 92% dei casi rispettivamente di trisomia 18 e trisomia 13.

Chi non ha fatto il DNA fetale?

No result: motivi

La causa principale del non risultato è il fatto che la quantità di DNA fetale presente nel sangue materno è troppo poca quindi non si riesce tecnicamente a fare l'analisi. Questo riguarda più frequentemente le donne con un alto peso, e le gravidanze ottenute da fecondazione assistita.

Che differenza c'è tra Bitest e DNA fetale?

Che differenza c'è tra Bitest e DNA fetale? Anche se per certi versi i due test possono sembrare simili, in realtà hanno una differenza sostanziale: l'accuratezza. Infatti, mentre il Bitest ha un'accuratezza del 90-92% il test del dna fetale, come il FetalDna riesce a raggiungere una precisione di circa il 99,9%.

Test del DNA fetale: cos'è e perché farlo (I° trimestre)