Il faggio è diffuso in tutta Europa e rientra nella categoria dei legni “duri”, insieme a frassino, rovere, betulla, acero, robinia e castagno. Il suo basso indice resinoso lo rende ideale per le stufe a pellet.
Tra le più utilizzate, c'è il pellet di faggio, che ha una resa migliore ma consuma di più e produce residui di cenere più consistenti. Alternativa valida è il pellet di abete, che ha un rendimento termico leggermente inferiore a fronte di ceneri e consumi più contenuti.
In casa, il pellet si produce a partire da legna, segatura o cippato. Il pellet è prodotto dalla compressione meccanica della materia legnosa che viene prima passata mediante un mulino (una macina). La compressione meccanica è operata da una pressa, nella quale, il legno macinato raggiunge elevate temperature.
Un ottimo pellet possiede un potere calorifico di almeno 4,5 kWh per Kg. Maggiore è questo parametro e migliore sarà la resa. Residuo di cenere. Una quantità di cenere maggiore generata durante la combustione significa maggiore necessità di manutenzione.
Se ne deduce che con 10kg di segatura si producano 10 kg di pellet meno la percentuale d'umidità (acqua) che evaporerà in fase d'estrusione. In verità c'è anche una perdita che se ne va in polvere dispersa nell'aria, ma si può evitare di perderla.