Qual è il significato antico di tatuaggi e piercing?
Domanda di: Dr. Piererminio Palmieri | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 4.1/5
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I tatuaggi avevano infatti nell'antichità funzioni sacre e magiche, oltre a rappresentare una forma di comunicazione sull'identità, lo status sociale e la provenienza di chi li portava. Costituivano insomma una carta d'identità incisa sul corpo.
Il tatuaggio nasce con una inclinazione punitiva fin dai tempi dei Persiani in Occidente: i Persiani, i Traci, gli antichi Greci fino agli antichi romani avevano tutti l'usanza di segnare schiavi e prigionieri che cercavano di scappare con segni tatuati, anche se a volte si trattava più di vere e proprie marchiature a ...
Ha mai parlato di tale pratica la Sacra Scrittura? La risposta è sì: Dio è stato chiarissimo sui tatuaggi. E non è certo un discorso sul quale farsi quattro risate. In Levitico 19,28 sta scritto espressamente: “non farete incisioni nella vostra carne, ne' farete tatuaggi su di voi”.
La scoperta è importante perché retrodata le pratica dei tatuaggi di almeno 1.000 anni. Finora infatti si credeva che i tatuaggi più antichi fossero quelli della mummia di Ötzi (3370 e il 3100 a.C. ).
Un tatuaggio è una forma di espressione di sé, il desiderio di cogliere un attimo e imprimerselo sulla pelle, per sempre. Serve per trattenere un momento o un sentimento e non lasciarlo scappare. Permette di ricordarlo ogni volta che si vede. Quindi un tatuaggio è molto di più di un “disegnino” nella pelle.