Domanda di: Dr. Miriana Benedetti | Ultimo aggiornamento: 28 marzo 2023 Valutazione: 4.6/5
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Il primo filosofo che ha parlato di conoscenza e memoria è stato Platone (428-348 a.C.). Quello che l'uomo conosce non lo apprende ex-novo perché conoscere è ricordare. Apprendere per l'uomo significa recuperare ciò che ha già conosciuto e che aveva dimenticato.
Secondo Bergson, il nostro modo usuale di concepire il tempo come una successione di istanti della stessa durata, basato sul movimento delle lancette dell'orologio, è il frutto di un'operazione dell'intelletto, che “spazializza” il tempo, ossia lo concepisce come un corpo fisico e lo divide in segmenti uguali.
Primo dei temi fondamentali di Bergson è la coscienza. La scoperta da cui l'Essai sur les données immédiates de la conscience (1889) muove è la consapevolezza di un'irriducibilità tra qualità e quantità e conseguentemente tra vita esteriore e interiore.
Henri-Louis Bergson (Parigi, 18 ottobre 1859 – Parigi, 4 gennaio 1941) è stato un filosofo francese. La sua opera superò le tradizioni ottocentesche dello Spiritualismo e del Positivismo ed ebbe una forte influenza nei campi della psicologia, della biologia, dell'arte, della letteratura e della teologia.
Ricordo e memoria sono strettamente collegate. Il ricordo è un singolo frammento di memoria legato ad un avvenimento, ad una persona o ad un contesto, mentre la memoria è l'insieme dei ricordi, delle esperienze e delle informazioni raccolte da una persona nel corso della sua vita.