Pascoli cita inoltre “tre nomi”: Roma, il nome pubblico; Amor , il nome segreto; e Flora ( o Florens) quello sacro, accogliendo la versione dello scrittore bizantino Giovanni Lorenzo Lido, che per primo formulò un'idea chiara su di essi.
I romani avevano un sistema onomastico basato su “tria nomina”: praenomen, nomen e cognomen; il praenomen aveva lo stesso valore del nostro nome individuale, il nomen era il nome della gens e il cognomen indicava il gruppo familiare di appartenenza e poteva avere una funzione simile al nostro soprannome.
Una seconda ricostruzione dello stesso autore dice che i profughi troiani guidati da Enea arrivarono sulle coste del Lazio, dove fondarono una città presso il colle Pallantion a cui diedero il nome di una delle loro donne, Rhome.
Mentre i nomi che dall'antichità sono arrivati a noi e ancora continuano a dare il nome a tanti bambini nati a Roma sono: Claudio, Giulio, Flavio, Massimo, Tiberio, Livio, Marco, Valerio, Cesare, Fabio.
Successivamente, entrambi i villaggi si unirono e si costituì un'unica città con due re fino alla morte di Tito Tazio. L'elenco canonico dei sette re di Roma (otto se si aggiunge Tito Tazio) è il seguente: Romolo, Numa Pompilio, Tullio Ostilio, Anco Marzio, Lucio Tarquinio Prisco, Servio Tullio e Tarquinio il Superbo.