Quando il rumore diventa inquinamento acustico?

Domanda di: Zelida Cattaneo  |  Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2023
Valutazione: 4.2/5 (51 voti)

L'inquinamento acustico può essere definito come l'eccessiva esposizione a suoni e rumori di intensità superiore ai 65 decibel (dB), soglia fissata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

A quale intensità di rumore si parla effettivamente di inquinamento acustico?

Le sorgenti di inquinamento acustico possono essere di vario tipo e nel corso di questa guida ne vedremo alcune. La normativa italiana fissa la soglia di decibel al di sopra della quale si verifica l'inquinamento da rumore: un massimo di 65 decibel durante il giorno e 55 durante la notte.

Quando il rumore può diventare dannoso?

A quanti decibel un suono risulta dannoso? I suoni a partire dagli 80 dB possono procurare già i primi danni all'udito. Per capirci: il parlato normale è solitamente al livello di 40 dB. Il rumore del traffico in città o di un treno che passa in velocità sono tutti suoni che si aggirano attorno agli 80 dB.

Come viene definito l'inquinamento acustico?

Il cosiddetto “inquinamento acustico” è un rumore che disturba, causando effetti nocivi sull'attività, sulla salute delle persone, degli animali e dell'ambiente circostante. L'impatto acustico può essere di vari tipi: continuo o discontinuo, stazionario o fluttuante, costante o casuale, impulsivo.

Come verificare inquinamento acustico?

La misurazione dell'inquinamento acustico avviene con uno strumento detto fonometro che, attraverso un microfono adeguatamente calibrato, registra le variazioni di pressione sonora e le converte in un segnale elettrico.

Inquinamento acustico: la prolungata esposizione al rumore lascia il suo segno