Domanda di: Ing. Eliziario Marchetti | Ultimo aggiornamento: 14 dicembre 2023 Valutazione: 4.8/5
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Le dimissioni ospedaliere protette rappresentano il passaggio programmato e concordato di un paziente dal ricovero in ospedale ad un altro setting assistenziale. Si applica in accordo con il paziente e prevede un coordinamento tra il medico curante e i servizi sanitari del territorio di appartenenza.
Quando i pazienti sono sufficientemente guariti o possono essere adeguatamente trattati altrove, si procede alla loro dimissione dall'ospedale. Per determinare quando dimettere una persona, il medico soppesa il rischio di sviluppare un problema dovuto alla permanenza in ospedale.
Il paziente è dimissibile quando i medici considerano il quadro clinico ormai stabilizzato, escludono qualsiasi rischio per la sua salute e ritengono sufficiente la presa in carico da parte dell'assistenza distrettuale: assistenza sanitaria di base (medicina generale e pediatria di libera scelta), assistenza ...
Qualora sussistano ma la struttura continua a pretendere la dimissione, il paziente dovrà, per prima cosa, rifiutare di firmare il foglio delle dimissioni. Fatto questo, il paziente ha diritto a presentare un ricorso in via amministrativa al Comitato di gestione della Asl.
È la dimissione da un reparto ospedaliero di una persona non autosufficiente, prevalentemente anziano o disabile, che ha bisogno di una continuità di cura ed assistenza nel delicato passaggio dal ricovero ospedaliero al rientro al domicilio o in un altro contesto di cura.