Giappone. Dopo la sconfitta di tutti gli alleati dell'Asse, il Giappone rimase a combattere da solo fino all'estate del 1945 e si arrese ufficialmente il 2 settembre del 1945.
La resa dell'imperatore Hirohito arriva poche settimane dopo che i bombardieri americani hanno sganciato le prime bombe atomiche su Hiroshima (100 mila morti) e Nagasaki (60 mila morti). L'armistizio viene firmato sul ponte della USS Missouri, nella baia di Tokyo.
Si dice spesso che i dirigenti giapponesi e la maggioranza della popolazione, dato il particolare concetto dell'onore in cui erano stati allevati (il cosiddetto “codice del samurai”), non avevano intenzione di arrendersi ed erano pronti a combattere fino alla morte incuranti delle sofferenze.
Oggi ricorre l'anniversario: il mattino del 6 agosto 1945 alle 8.16, l'Aeronautica militare statunitense lanciò la bomba atomica “Little Boy” sulla città giapponese di Hiroshima, seguita tre giorni dopo dal lancio dell'ordigno “Fat Man” su Nagasaki.
Perché il Giappone si arrese nella seconda guerra mondiale?
I bombardamenti che portarono alla resa del Giappone
La popolazione già stremata dalla guerra subì l'ultimo colpo mortale con i due bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki. L'ultimo baluardo dell'Asse Roma-Berlino-Tokyo, che ancora non aveva ceduto, fu costretto alla resa.