Quando si fa il trapianto?

Domanda di: Ing. Egidio Donati  |  Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023
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Si ricorre al trapianto quando una grave insufficienza d'organo o una grave malattia del sangue non è curabile con altri trattamenti medici; spesso, infatti, il trapianto è una terapia salvavita, come nel caso in cui la grave insufficienza riguardi il cuore, il fegato, i polmoni, l'intestino.

Chi può ricevere un trapianto?

Possono essere iscritti in lista di attesa tutti i cittadini assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale e che sono stati valutati clinicamente idonei al trapianto dal centro presso cui hanno deciso di afferire.

Quanto sopravvivono gli organi dopo la morte?

I reni sono quelli che resistono più a lungo, mentre sei ore è l'attesa massima per cuore e polmoni. La speranza è quella di poter arrivare un giorno ad allungare i tempi di conservazione degli organi: in modo da poter trasportarli anche a lunga distanza, al fine di salvare una vita.

Quanti anni dura un organo trapiantato?

Il tasso di sopravvivenza per i trapiantati da donatore deceduto va dal 97,3% a un anno dall'intervento fino all'82,9% a 10 anni, mentre per chi ha ricevuto un rene da donatore vivente la percentuale di sopravvivenza a un anno è del 98,8% e scende a 91,7% a 10 anni.

Quando si può fare il trapianto autologo?

Le principali indicazioni per il trapianto autologo di CSE sono le patologie neoplastiche ematologiche e i tumori solidi, purché siano radio-chemiosensibili.

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