Quando si usa l'accento circonflesso in italiano?

Domanda di: Dr. Loredana Ferrari  |  Ultimo aggiornamento: 14 dicembre 2023
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Il circonflesso resiste invece di più per indicare la contrazione in una delle due i nel plurale dei nomi in -io con la i atona (non accentata): varî invece di varii, studî invece di studii, armadî invece di armadii (vedi alla voce giudizi o giudizii?).

Quando usare l'accento circonflesso?

In napoletano, l'accento circonflesso è utilizzato molto spesso per le preposizioni articolate: ô (al, allo), â (alla), ê (ai, agli, alle), dô (dal, dallo), dâ (dalla) e dê (dai, dagli, dalle). La pronuncia di una vocale con l'accento circonflesso è foneticamente lunga. Accade lo stesso in altri dialetti meridionali.

Cosa vuol dire l'accento circonflesso?

Accento c. (o semplicem. circonflesso, s. m.): segno grafico (rappresentato con la forma ᾿ e talora, nel greco antico, ˜) indicante in origine quell'aspetto del tono, proprio del greco, in cui all'ascesa della voce segue la discesa, nella stessa vocale (sempre lunga) o dittongo.

Come mettere la e con l'accento circonflesso?

Ad esempio , è premereCTRL + ' , rilasciare e quindi digitare e. Per digitare un carattere minuscolo usando una combinazione di tasti che include il tasto MAIUSC, tenere premuti contemporaneamente CTRL+MAIUSC+simbolo e rilasciarli prima di digitare la lettera.

Come si fa a capire dove cade l'accento?

Normalmente, l'accento tonico, non viene indicato graficamente perché è un elemento del linguaggio orale. Lo riportano i dizionari per suggerire la corretta pronuncia. Ad esempio, se pronunciamo la parola "maestro", la voce cade sulla vocale tonica e, segnalata dall'accento tonico: maèstro.

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