Domanda di: Ing. Kai Orlando | Ultimo aggiornamento: 29 marzo 2023 Valutazione: 4.5/5
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La pirateria è antica quanto la navigazione, ma nella cultura popolare è riferita soprattutto ai secoli XVI-XIX (specie 1600 e 1700) ovvero alla pirateria nautica più documentata (segnatamente quella occidentale).
In origine erano piantatori e cacciatori di buoi selvaggi nelle Antille e a Santo Domingo; distrutte le loro proprietà dagli Spagnoli (1630), iniziarono la guerra di corsa confondendosi con i filibustieri e allestirono una flotta mercenaria, spesso alleata dell'Inghilterra ... pirata Chi percorre il mare per assalire e ...
Ad oggi, infatti, le zone a più alto rischio di pirateria sono nello stretto di Malacca, nello stretto di Singapore, in alcune zone dei Caraibi, nel golfo di Aden e al largo del corno d'Africa, in particolare della Somalia.
I pirati esistono ancora quindi, e navigano per i mari, in particolare in Asia, Sud America e nei mari dell'Europa dell'Est. Per esempio in Somalia, si dedicano principalmente al furto di petrolio dirottando le navi cisterna e prendendo in ostaggio gli equipaggi, per i quali chiedono anche pesanti riscatti.
Nel Mediterraneo, e in particolare sulle coste algerine, per almeno tre secoli, dal XV al XVIII, arabi, turchi ed europei parlavano fra loro senza bisogno di traduttori. Usavano il sabir, un pidgin inventato dai turchi ma sorprendentemente simile a un dialetto veneto.