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Cosa succede dopo 12 mesi di contratto a tempo determinato?
Qualora sia superato il limite di durata dei 12 mesi, in assenza delle condizioni che legittimano l'estensione a 24 mesi, oppure sia superato il limite dei 24 mesi, il contratto si trasforma in contratto a tempo indeterminato dalla data di superamento del termine.
Cosa succede quando scade contratto a tempo determinato?
La stipulazione di un contratto a termine di durata superiore a 12 mesi, in assenza delle condizioni appena indicate, comporta la trasformazione a tempo indeterminato del rapporto, e ciò dalla data di superamento del termine di 12 mesi. Come già si diceva, la durata del contratto non può eccedere i 24 mesi.
Chi ha un contratto a tempo determinato può essere licenziato?
Il lavoratore assunto a tempo determinato non può essere licenziato prima della scadenza del termine se non per giusta causa, cioè per un fatto talmente grave da non consentire la prosecuzione, neppure provvisoria, del rapporto di lavoro.
Quanto tempo deve passare per essere riassunto?
Il limite di riassunzione, da parte dell'azienda, di un lavoratore dopo le dimissioni volontarie è di 36 mesi non oltre. Come sempre però ci sono delle eccezioni in cui è possibile bypassare questa regola e redigere nuovi contratti a termine anche se sono già stati raggiunti i 36 mesi cumulativi.
Che differenza c'è tra rinnovo e proroga?
La principale differenza tra proroga e rinnovo sta nel fatto che la prima consiste in un prolungamento dello stesso contratto lavorativo, mentre il secondo prevede la stipula di un contratto ex novo.
Quanti rinnovi si possono fare a tempo determinato 2023?
Secondo quanto precisato dall'articolo 21, citando testualmente il sito ufficiale del Ministero del Lavoro, il contratto a tempo determinato può essere prorogato fino ad un massimo di 4 volte in 2 anni, sempre e solo se il contratto iniziale è inferiore ai 24 mesi.
Quando non ti rinnovano il contratto?
Se il datore di lavoro non applica la proroga automatica del contratto (da comunicare tramite modello Unilav entro 5 giorni dalla data di scadenza), può essere condannato al risarcimento del danno a favore del lavoratore.
Cosa cambia da contratto a tempo determinato a indeterminato?
La differenza tra il contratto a tempo indeterminato e quello a tempo determinato consiste nel fatto che il primo non ha un termine di scadenza o una data di conclusione, mentre per il secondo le parti stabiliscono in anticipo la durata attraverso l'indicazione di un termine di scadenza.
Quanto costa un dipendente a tempo determinato?
Quello che possiamo affermare, è che assumere un dipendente con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato costa di più. In questo caso, infatti, il datore di lavoro non può dedurre il costo del lavoro dalla base imponibile dell'IRAP. L'aliquota non è fissa, ma varia tra il 4 e il 5%.
Quali sono le causali per il contratto di lavoro a tempo determinato?
Ad oggi, le causali che possono essere addotte dal datore di lavoro sono le seguenti: a) esigenze temporanee e oggettive, estranee all'ordinaria attività; b) esigenze di sostituzione di altri lavoratori; c) esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, dell'attività ordinaria.
Cosa spetta al lavoratore a fine contratto?
La Liquidazione o TFR (trattamento di fine rapporto) dopo un anno di lavoro corrisponde ad una mensilità circa lorda, nel dettaglio per fare il calcolo esatto occorre moltiplicare lo stipendio lordo annuale per il coefficiente del 6,91% e si ottiene la somma di cui si ha diritto che abbiamo detto corrisponderà circa ad ...
Chi si licenzia può essere riassunto?
Il dipendente che ha interrotto il rapporto di lavoro volontariamente per recesso o per motivi di salute, entro cinque anni dalla data di cessazione può richiedere la ricostituzione del rapporto di lavoro, ovvero di essere riassunto dall'amministrazione.
Quanto dura il periodo di prova in un contratto a tempo determinato?
Durata massima del periodo di prova non oltre la soglia dei sei mesi e proporzionalmente correlata anche alle mansioni da svolgere. Sono alcune delle novità introdotte dal decreto Trasparenza.
Cosa succede se mi licenzio io?
Il lavoratore che si dimette per giusta causa ha sempre diritto all'assegno di disoccupazione (che oggi si chiama Naspi); egli dovrà dare, all'Inps, la prova della giusta causa, eventualmente esibendo la lettera indirizzata all'azienda; – le ultime mensilità maturate e non ancora corrisposte; – il TFR maturato.
Come capire se si sta per essere licenziati?
Ecco alcuni segnali che devi tenere in considerazione per capire se il tuo capo “vuole farti fuori”.
Il tuo capo dà troppa importanza a dettagli che non sono rilevanti. ... Per te non esistono più né carriera né “futuro” ... All'improvviso devi tenere traccia di qualsiasi cosa.
Quando scatta il licenziamento?
Il licenziamento per giusta causa assenze ingiustificate, che causano gravi difficoltà organizzative all'azienda. presentazione di falso certificato medico. rifiuto a lavorare dopo la malattia. abbandono del posto di lavoro, in modo particolare se il dipendente ricopre ruoli di sorveglianza o custodia.
Chi non può essere licenziato?
Il datore di lavoro non può licenziare il dipendente che gli ha fatto causa, magari per ritorsione. Potrebbe farlo se sussistono ragioni alternative e valide, ma in questi casi il sospetto che il licenziamento sia determinato da ragioni discriminatorie è elevato. Sicché, in tali ipotesi, scatta l'obbligo di reintegra.
Quando viene pagato il TFR contratto a tempo determinato?
Lavoratori dipendenti a tempo determinato: Il TFR dei lavoratori dipendenti a tempo determinato viene normalmente pagato alla scadenza del contratto di lavoro. Lavoratori stagionali: Il TFR dei lavoratori stagionali viene normalmente pagato alla fine della stagione lavorativa.
Come richiedere il TFR contratto a tempo determinato?
Il TFR è corrisposto d'ufficio, pertanto il lavoratore non deve fare alcuna domanda per ottenere la prestazione, e viene liquidato dopo 12 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro (CIRCOLARE INPS N. 73). Da quel momento l'INPS avrà 3 mesi di tempo per provvedere al versamento del TFR.
Cosa contiene l'ultima busta paga?
Al momento della cessazione del rapporto di lavoro, l'azienda ha l'obbligo di corrispondere nell'ultima busta paga delle somme aggiuntive rispetto alla normale retribuzione del mese: sono le competenze di fine rapporto.