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Cosa succede se si smette di prendere il Depakin?
L'astinenza dovuta a una sospensione poco equilibrata degli antidepressivi può manifestarsi con sintomi diversi, a vari livelli: nausea, vertigini, ansia, palpitazioni, insonnia, rabbia, scarsa concentrazione.
Chi prende Depakin può guidare?
Le specialità impiegate nel trattamento dell'epilessia (quali Tegretol, Depakin, Dintoina, Gardenale) possono compromettere la capacità del guidatore, ma questo rischio non è paragonabile alle conseguenze di una crisi convulsiva durante la guida.
A cosa serve il Depakin 500 mg?
Nel trattamento dell'epilessia generalizzata, in particolare in attacchi di tipo: - assenza - mioclonico - tonico-clonico - atonico - misto e nell'epilessia parziale: - semplice o complessa - secondariamente generalizzata Nel trattamento di sindromi specifiche (West, Lennox-Gastaut).
Cosa prendere al posto del Depakin?
Gabapentin (Neurontin) In genere è un farmaco ben tollerato, non richiede un dosaggio ematico e non presenta interazioni farmacologiche importanti: ciò rende maneggevole l'associazione con altri stabilizzanti quali litio, carbamazepina, valproato e lamotrigina.
Cosa non deve mangiare un epilettico?
Secondo questa dieta, i carboidrati devono essere pressoché eliminati. Anche le bevande alcoliche, così come la caffeina e la teina, sono da evitare proprio per gli effetti troppo stimolanti sul cervello. Coloro che soffrono di epilessia possono concentrarsi invece su piccoli pasti distribuiti nell'arco della giornata.
Che tipo di farmaco è il Depakin?
Depakin contiene il principio attivo sodio valproato e appartiene alla categoria di medicinali chiamati “antiepilettici derivati degli acidi grassi”. 3. Nel trattamento di particolari malattie (Sindrome di West, Sindrome di Lennox-Gastaut).
Cosa peggiora l'epilessia?
Una crisi epilettica può essere scatenata ad esempio anche da stress, intossicazioni o dall'esposizione a luci intermittenti o stimoli visivi intensi e in questo caso si parla di epilessia fotosensibile.
Come inizia un attacco epilettico?
crisi tonico-cloniche o crisi di “grande male”, in una prima fase causano perdita della coscienza con caduta a terra, emissione di un urlo, fase d'irrigidimento generalizzato che, progressivamente, si trasforma in una serie di contrazioni-rilasciamenti (convulsioni tonico-cloniche) dei muscoli.
Quando si guarisce da epilessia?
In generale si può considerare una soglia standard di dieci anni senza crisi per ritenere un paziente guarito. L'ideale resta però considerare ogni specifico caso, per valutare se sia consigliabile o meno prendere in considerazione la riduzione o la sospensione della terapia antiepilettica”.
Qual è il miglior farmaco per l'epilessia?
I farmaci antiepilettici “classici”, o di I generazione, sono acido valproico, carbamazepina, fenitoina e fenobarbital; sono disponibili da molti anni e spesso sono farmaci di prima scelta essendo ad oggi ancora i più efficaci, in particolare acido valproico e carbamazepina.
Qual è la forma di epilessia più grave?
convulsioni miocloniche, causate da una rapida contrazione e successivo rilassamento dei muscoli, anche contemporaneamente a perdita di coscienza causata dalle crisi di assenza atipiche. convulsioni tonico-cloniche, rappresentano il tipo più grave di crisi epilettica.
Come calmare epilessia?
Bisogna restare calmi, evitando agitazione e panico; posizionare qualcosa di morbido sotto la testa; non inserire mai oggetti nella bocca; non cercare di tenere ferma la persona durante la crisi, ma girarla di lato per far defluire i liquidi dalla bocca e misurare la durata della crisi: se va oltre i cinque minuti ...
Come capire se sta arrivando un attacco epilettico?
scatti involontari di braccia o gambe (crisi parziali motorie); disturbi sensoriali spontanei come, ad esempio, formicolii dovuti a un focolaio epilettico localizzato nell'area sensoriale; vertigini e visione di luci lampeggianti dovute a un focolaio nella regione calcarina, connessa alla funzione visiva.
Come capire se si sta avendo una crisi epilettica?
Nelle crisi di assenza il soggetto diventa improvvisamente incosciente, spesso a occhi aperti, di solito non cade e non presenta disturbi motori. Nelle crisi tonico-cloniche, alla perdita di coscienza si associano contrazioni muscolari diffuse, che provocano la caduta a terra del paziente.
Qual è la prima fase di una crisi epilettica?
L'esordio avviene con immediata perdita di coscienza, contrazione tonica di tutta la muscolatura (durata 10-20 secondi) e caduta; è annunziata da una emissione vocale provocata dalla violenta contrazione della muscolatura respiratoria.
Chi ha l'epilessia può guidare la macchina?
Le persone affette da una forma di epilessia possono avere il rilascio della patente e guidare, secondo quanto affermato dal Decreto Ministeriale del 30 novembre 2010 e successive norme applicative. Una persona che ha una prima crisi epilettica isolata o perde conoscenza deve essere dissuasa dalla guida.
Quali sono i primi sintomi di epilessia?
Quali sono i sintomi dell'epilessia?
confusione temporanea; movimenti involontari delle braccia e delle gambe; perdita di coscienza o di consapevolezza; sintomi psichici di diversa natura (estraneità, déjà-vu, déjà-vecu).
Cosa manca nel cervello di un bipolare?
Rispetto al gruppo di controllo, le persone bipolari hanno mostrato anche un allargamento dei ventricoli cerebrali, cavità che contengono fluido cerebrospinale. Nelle aree corticali fuori della corteccia prefrontale, invece, i bipolari hanno evidenziato un più lento assottigliarsi in confronto ai partecipanti sani.
Come ragiona un bipolare?
Volubilità nel cambiare opinione (il paziente non si accorge che i suoi pensieri cambiano facilmente) Facile distraibilità (il paziente può porre attenzione a particolari insignificanti ignorando elementi importanti. Aumento delle attività finalizzate. Agitazione mentale o fisica.
Quanto tempo ci vuole per guarire dal disturbo bipolare?
Come regola generale il trattamento non dovrebbe essere sospeso prima di almeno 2-3 anni di completo equilibrio. In molti casi è tuttavia preferibile proseguirlo il più a lungo possibile, talvolta anche a tempo indefinito, poiché alla sospensione è possibile la ricomparsa di nuovi episodi anche dopo anni di benessere.