Domanda di: Damiana De luca | Ultimo aggiornamento: 19 marzo 2023 Valutazione: 4.8/5
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Resiste bene alla sollecitazione termica e sopporta variazioni di temperatura di 200°C circa. La sua resistenza alla rottura per flessione è di 120 N/mm2 contro il vetro stampato che raggiunge i 90 N/mm2 e il vetro smaltato con 75 N/mm2.
Noto anche come “stress termico del vetro” è una particolare condizione che si verifica all'interno del materiale e che è determinata dalla variazione delle temperature. Quando lo sbalzo termico è brusco, si innesca una sollecitazione che può portare alla rottura della lastra.
Se il raffreddamento non è omogeneo, possono sorgere tensioni all'interno del vetro e romperlo, il più delle volte durante l'operazione ma a volte la rottura avviene “dopo l'installazione o anche qualche utilizzo dell'elemento in vetro”.
Si mette la lastra di vetro in forno a 200 gradi e, in questo caso, se c'è il solfuro di nichel il vetro esploderà nel forno. Questo è l'unico modo che i produttori hanno per proteggersi da rotture dei vetri temprati di grandi dimensioni, costosi sia come prodotto che come montaggio.
Quando si cerca di piegare il vetro, un lato si allunga ed un altro si comprime. Il vetro infatti dimostra una notevole resistenza nella compressione, ma è la tensione invece che non riesce proprio a reggere. Ed ecco che anche la più piccola spinta, può farlo cedere in maniera catastrofica.