Figura retorica, consistente nell'accostamento di due membri concettualmente paralleli, in modo però che i termini del secondo siano disposti nell'ordine inverso a quelli del primo, così da interrompere il parallelismo sintattico; es.: Ovidio è il terzo, e l'ultimo è Lucano (Dante); io solo Combatterò, procomberò sol ...
Il chiasmo è la disposizione incrociata di due parole o di due gruppi di parole secondo lo schema AB – BA. Esempi di chiasmo: “Odi greggi belar / muggire armenti” (Leopardi) “Bei cipressetti, cipressetti miei” (Carducci)
Il chiasmo è una figura retorica che consiste nell'abbinare due coppie di elementi in relazione tra loro a due a due. Le coppie vengono disposte in modo alternato, a volte separate su due versi, così che il collegamento ideale tra i termini in relazione tra loro formi una “X”.
Il termine deriva dal greco χιασμός, che significa "disposizione a forma di chi" (connesso a χιάζειν, "dare forma di chi"), dal nome della ventiduesima lettera dell'alfabeto greco, detta chi (χ) e indica la corrispondenza incrociata tra gli arti in riposo e quelli in azione.
L'ossimoro è una di quelle figure retoriche che vengono utilizzate di frequente anche nel linguaggio parlato. Ne sono esempi espressioni come silenzio assordante o silenzio eloquente, brivido caldo, attimo infinito, dolce dolore, assenza ingombrante, morto vivente, false verità, dolcezza amara.