Se l'aborto avviene prima delle 20 settimane di gestazione, i bambini vengono chiamati 'prodotti abortivi', equiparati a 'rifiuti speciali ospedalieri' dei quali è previsto lo smaltimento (Dpr 254/2003) tramite termodistruzione in discariche pubbliche, fogne, o sepolti insieme agli arti amputati.
Lo studio, condotto dal dottor Stuart Derbyshire, psicologo presso l'Università di Birmingham (Re... Una relazione pubblicata sul "British Medical Journal" sostiene che i feti non sono in grado di provare dolore, e che questa capacità può essere sviluppata solo dopo la nascita.
Per il seppellimento è necessario richiedere i resti mortali del bambino all'ospedale e i permessi per il trasferimento al cimitero all'ASL. [1] Per i feti di 28 settimane (7 mesi) di gestazione la legge nazionale prevede già l'iscrizione all'anagrafe e il diritto alla sepoltura.
I medici eseguono esami del sangue per cercare di identificare la causa della morte in utero. Se il feto morto non viene espulso, la donna può ricevere farmaci per stimolare l'utero a espellere il contenuto oppure quest'ultimo viene rimosso chirurgicamente mediante dilatazione ed evacuazione.
Qualunque sia il tipo di aborto praticato, è probabile avvertire nei giorni successivi anche qualche crampo gastrico ed osservare sanguinamenti vaginali. In genere, questi sintomi durano una settimana o due. Talvolta, dopo un aborto medico, un minimo sanguinamento vaginale può protrarsi anche fino a un mese.