Domanda di: Fernando Russo | Ultimo aggiornamento: 28 marzo 2023 Valutazione: 4.1/5
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Roma si mostra a Leopardi come una città vuota, infatti scrisse a Monaldo: Le dirò che ho trovato in Roma assai maggiore sciocchezza, insulsaggine e nullità, e minore malvagità di quella ch'io mi aspettassi. Lo stesso giudizio Leopardi riserva agli uomini.
Quasi totalmente indifferente alla magnificenza dei monumenti, Leopardi percepisce la città eterna come un deserto nella sua dimensione filosofica, dove «l'attirare gli occhi degli altri risulta impresa disperata».
Leopardi rimase fortemente deluso dal suo soggiorno a Roma. Egli nutriva grosse aspettative nei confronti della città eterna, ma il livello culturale che vi trovò durante la sua permanenza era considerato troppo distante da quello descritto dai grandi autori classici, il che lo deluse profondamente.
Ma chi erano gli amori di Leopardi? Silvia, Nerina, Beatrice, Laura, Aspasia, Saffo… Donne in cui rivive la sofferta dimensione amorosa del poeta, eternamente impressa nel sublime canto delle sue liriche più celebri.
Il pessimismo filosofico di Leopardi ha le sue origini nel materialismo e nel sensismo del Settecento (d'Holbach, Condillac) derivato diretto dal razionalismo propugnato dall'illuminismo, dall'atomismo greco e dal pessimismo mostrato da alcuni autori antichi, come Omero e Lucrezio, con qualche influsso del romanticismo ...