Domanda di: Edvige Ferrari | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 4.6/5
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Tutti i credenti, dopo il battesimo dello Spirito, ricevono il dono delle lingue, che è un segno che accompagna quelli che hanno creduto (Marco 16:17) ed è l'unico dono, insieme a quello dell'interpretazione, che non operava nell'Antico Testamento, ma che caratterizza il tempo della Grazia.
Come si fa a crescere nel dono delle lingue? La cosa principale è la pratica. Possiamo pregare in lingue quando guidiamo la macchina o facciamo una passeggiata, seduti in chiesa o facendo la doccia. È un modo grandioso di “pregare di continuo” (1 Tess 5,17) oppure di: “pregare sempre nello Spirito” (Ef 6,18).
« Quando si parla con il dono delle lingue, siano in due o al massimo in tre a parlare, e per ordine; uno poi faccia da interprete. Se non vi è chi interpreta, ciascuno di essi taccia nell'assemblea e parli solo a se stesso e a Dio. » ( 1Cor 14, 27, su laparola.net. )
L'aramaico: era la lingua del popolo, usata quotidianamente. Gesù la parlava sicuramente nella sua vita privata e nella predicazione (nei Vangeli, in alcuni brani, viene esattamente riferita la parola aramaica: Talità cum!
I primi sono: la parola della sapienza, la parola della conoscenza, la fede, la grazia di dar la salute, la virtù dei miracoli, la profezia, la discrezione o discernimento degli spiriti, la facoltà di parlare più lingue, l'interpretazione dei discorsi; ai quali si aggiungono quelli degli apostoli, dei profeti, dei ...