Chi rinuncia all'uso del riscaldamento centralizzato deve pagare il consumo involontario?

Domanda di: Donatella Rossetti  |  Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023
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Tuttavia secondo la Cassazione, in base alla norma Uni 10200, con la rinuncia, il proprietario è esentato dalla quota volontaria ma deve corrispondere la quota involontaria dei consumi, anche in assenza di contiguità con la caldaia.

Cosa deve pagare chi si stacca dal riscaldamento centralizzato?

In sintesi: il condomino che decide per il distacco dal riscaldamento centralizzato continua a pagare la manutenzione straordinaria, le spese di conservazione e il consumo involontario.

Come ripartire i consumi involontari?

Consumi involontari

La spesa relativa a questo tipo di consumi viene ripartita in base ai nuovi millesimi redatti dal termotecnico in fase di progettazione. La percentuale dei consumi involontari varia in media tra un 20 ed un 30% delle spese vive per energia elettrica a servizio della centrale termica e combustibile.

Cosa si intende per consumo involontario?

Il consumo involontario sarà la differenza fra il calore consumato per riscaldare, tutta l'acqua calda prodotta e mantenuta calda, e la somma di tutti i singoli consumi volontari. Quindi il consumo involontario dovrà essere ripartito per millesimi.

Cos'è il consumo involontario riscaldamento?

I consumi involontari sono quei costi sostenuti a causa della dispersione di calore in un impianto di riscaldamento centralizzato. Si chiamano involontari perché non dipendono dal consumo energetico specifico di ogni singola unità immobiliare.

Come puoi distaccarti dall'impianto di riscaldamento centralizzato (caldaia condominiale)???