I sadducei costituirono un'importante corrente spirituale del medio giudaismo, e anche una distinta fazione politica verso il 130 a.C. sotto la dinastia asmonea.
Al-Jāḥiẓ ci riferisce di un gruppo ebraico eretico chiamato Saduqiyya (sadducei) che si trovavano in Yemen, in Siria e in territori bizantini. Dice anche che il loro nome deriva da un uomo il cui nome era Zadok ( l'allievo di Antigono di Sokho) e che essi ritenevano che 'Uzayr era il figlio di Dio.
I farisei si attribuivano autorità mosaica nelle loro interpretazioni delle Leggi ebraiche (Halakhah), mentre i sadducei rappresentavano l'autorità dei privilegi sacerdotali e delle prerogative stabilite sin dai tempi di Salomone, quando Zadok, loro avo, officiava come Sommo Sacerdote.
I Sadducei negano recisamente l'esistenza del destino (εἱμαρμένη) e la prescienza divina, ammettendo integra nell'uomo la libertà del volere e la facoltà di scegliere fra l'operare il bene e l'operare il male, e quindi di attrarre su sé come giusta sanzione, il benessere o la sventura.
I poveri in spirito «sono coloro che sono e si sentono poveri, mendicanti, nell'intimo del loro essere», ha spiegato Jorge Mario Bergoglio. «Gesù li proclama beati, perché ad essi appartiene il Regno dei cieli.