Domanda di: Dr. Maristella Morelli | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 4.5/5
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I falò di inizio anno sono una tradizione popolare dell'Italia nord-orientale e dell'Emilia occidentale consistente nel bruciare delle grandi cataste di legno e frasche nei primi giorni di gennaio solitamente la vigilia dell'Epifania.
In Veneto nella notte tra il 5 e 6 gennaio "Se brusa a vecia", si brucia nei campi un fantoccio di paglia a forma di Befana. Si tratta di un rito propiziatorio per bruciare gli affanni e le negatività dell'anno passato.
A Soci la tradizione della Befana ha ormai un secolo. Il 4 e il 5 gennaio tutti i sociani si ritroveranno per raccogliere i ricordi personali legati alla Befana e li esporranno al Berretta Rossa, come cimeli che aiuteranno a tracciare percorsi di memoria collettiva.
Il falò rievoca un antico rito popolare, un momento propiziatorio per suggellare il passaggio dal vecchio al nuovo anno. A seconda di come il vento fa volare le scintille, della direzione del fumo o di dove cadeva 'la Vecia', la tradizione contadina traeva auspici su come sarebbe andato il raccolto dell'anno.
Durante il falò, l'usanza contadina prevede di osservare l'andamento del fumo e delle faville. Nel passato i partecipanti al rito dalla direzione traevano gli auspici per l'anno appena iniziato. Se il fumo del rogo va verso sud o est, spinto dal vento umido portatore di piogge, il raccolto sarà abbondante.