Come finiscono gli aggettivi alterati?

Domanda di: Ing. Tancredi Russo  |  Ultimo aggiornamento: 18 marzo 2023
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Gli aggettivi alterati usano gli stessi suffissi usati per i nomi alterati per alterare gli aggettivi e si possono dividere in: Diminutivi con l'aggiunta dei suffissi (-ino, -etto, -ello, -erello, -uccio ecc.)

Come finiscono i nomi alterati?

Diminutivo ed accrescitivo

Questo tipo di alterazione prevede l'uso di suffissi come -ino, -ello, -etto oppure -uccio per indicare qualità di piccolezza, ma anche di affetto e intimità. Opposto al diminutivo è l'accrescitivo, generalmente ottenuto con -one o -acchione (ragazzone, furbacchione).

Quali sono i aggettivi alterati?

I suffissi alterativi possono essere: – diminutivi: -ino, -etto, -ello…: magrolino, piccoletto, paffutello; – vezzeggiativi: -uccio, -ello, -etto…: calduccio, poverello, nervosetto; – accrescitivi: -one, -acchione…: pigrone, mattacchione; – dispregiativi: -accio, -astro…: poveraccio, verdastro; – attenuativi: -ognolo, ...

Come si riconoscono i nomi alterati?

Lezione nomi alterati. I nomi si dicono alterati quando cambia la desinenza finale con l'inserimento di suffissi per dare sfumature in senso “diminutivo”, “vezzeggiativo”, accrescitivo, “ dispregiativo”.

Come capire i falsi alterati?

Sono nomi falsi alterati tutti quei nomi che presentano un suffisso identico a quelli dei nomi alterati (-INO, -ONE, -ETTO, -UCCIO, -ACCIO) ma che hanno un significato proprio.

Gli aggettivi alterati - Grammatica italiana avanzata