Supponiamo di posizionare uno dei magneti in modo tale da trovarsi di fronte al magnete fisso e risentire della sua forza repulsiva. Viene perciò fornita energia dall'esterno per portare il magnete in quella posizione, energia che si traduce in energia potenziale magnetostatica tra i due magneti.
La costruzione si basa sul montaggio di magneti sulla superficie della circonferenza del rotore e un magnete esterno che rimane fisso creando una rotazione permanente, grazie anche a una schermatura magnetica adeguata.
Il motore utilizzato sulle auto elettriche è solitamente un motore sincrono alimentato dalla corrente continua delle batterie al litio chiamato “brushless” perché senza spazzole: ha un rotore a magneti permanenti (tipo calamite) e lo statore alimentato dalla corrente che genera un campo magnetico rotante.
Il motore sarebbe costruito da soli magneti permanenti (calamite), alcuni incastonati nel rotore (organo in movimento), altri fissati nella parte fissa esterna (statore). I magneti sarebbero inclinati in modo tale da respingersi e mettere in movimento il rotore.
Analogie. L'energia massima del magnete (9,22 J, un'energia capace di innalzare di un grado centigrado ben due virgola due grammi di acqua), può anche restare disponibile per quattrocento anni, ma se resta solo disponibile non si ottiene alcun lavoro meccanico. Per ottenerlo, bisogna prelevarne una parte.