Per quanto riguarda i carabinieri, il regolamento dell'Arma dei carabinieri impone (art. 64) l'obbligo di portare con sé la tessera di riconoscimento nel caso di servizi svolti “in borghese”, insieme all'autorizzazione ad usare l'abito civile.
I N.I.P.A.A.F., si occupano di indagini di P.G. sia delegate che di iniziativa prevalentemente votate al traffico illecito di rifiuti, traffico di animali protetti, abusi edilizi e contrasto alla criminalità organizzata prevalentemente per i reati ambientali. I militari dei N.I.P.A.A.F operano in abiti civili.
Questo significa che chi viene fermato, perquisito e ispezionato da un poliziotto, da un carabiniere o da un finanziere, non può pretendere di conoscerne nome, cognome e matricola. Ciò perché le Forze dell'ordine sono considerate pubblici ufficiali, soggetti esonerati dall'obbligo di identificazione.
Polizia in borghese: può perquisire? Non ci sono dubbi: anche la polizia in borghese può effettuare le perquisizioni, sia personali che locali. Quando agisce in abiti civili, infatti, la polizia è pur sempre in servizio.
Semplice: devi chiedere a tua volta che colui che ti ha fermato si identifichi, mostrando il distintivo o il suo tesserino di riconoscimento. L'agente in borghese deve tenerlo per forza con sé: se non ce l'ha o non lo mostra, hai pieno diritto a rifiutarti di obbedire alla sua richiesta.