Domanda di: Alessio De rosa | Ultimo aggiornamento: 13 dicembre 2023 Valutazione: 4.1/5
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un accordo delle parti, attraverso un atto pubblico o una scrittura privata autenticata da un notaio o un avvocato. un recesso unilaterale, attraverso un atto pubblico o una scrittura privata autenticata da un notaio o un avvocato che dovrà inviare comunicazione al Comune e una copia all'ex convivente.
42 della Legge stabilisce che il convivente di fatto superstite abbia diritto di continuare ad abitare in quella casa per due anni o per un periodo pari alla convivenza, se superiore a due anni, e comunque non oltre i cinque anni dalla morte dell'altro convivente.
La convivenza di fatto a differenza del matrimonio e dell'unione civile si formalizza senza alcuna cerimonia, è infatti necessaria unicamente una dichiarazione all'anagrafe civile del Comune di residenza con la quale i conviventi dichiarano di dimorare nello stesso Comune e di coabitare nella stessa casa.
In presenza di una convivenza di fatto nascono i seguenti diritti e doveri: La possibilità di far visita al proprio partner in carcere. Il diritto reciproco di visita, di assistenza e di accesso alle informazioni personali, in caso di malattia o di ricovero del convivente di fatto.
La convivenza di fatto può essere costituita da due persone dello stesso o di diverso sesso, maggiorenni, libere di stato, tra le quali sussista un legame affettivo e di reciproca assistenza morale e materiale e tra i quali non sussistano rapporti di parentela, affinità o adozione.