Domanda di: Fiorenzo Sala | Ultimo aggiornamento: 19 marzo 2023 Valutazione: 4.8/5
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Anche nel nostro Pratomagno (ma non dappertutto) lo scaldaletto veniva chiamato “ il prete”, Questo, nonostante il progresso, è un sistema usato ancora oggi in diverse abitazioni dei nostri paesi montani e proviene dalla storia e dalle abitudini delle popolazioni di montagna e contadine.
Lo scaldaletto o scaldino era uno strumento, un braciere, che serviva per scaldare il letto e le coperte prima di coricarsi. Consisteva in un contenitore di metallo, solitamente ferro o rame, oppure terracotta, che veniva riempito di braci prese dal focolare o dal caminetto.
Lo scaldaletto romagnolo infatti, era composto da due strutture precise. La prima era il “prete”, ovvero una struttura in legno composta da due semiarchi che ricordano la forma di una barchetta.
Mezz'ora prima della nanna si infilava nel letto la monega, poi ci si preparava in cucina vicino alla stufa, e, tolta la monega, via sotto il piumino come missili. Il telaio ricurvo teneva le lenzuola sollevate dal cuore della monega, lo scaldino ricolmo di braci, impedendo al letto di prender fuoco.
Nel 1912 il medico americano Sidney I. Russell inventò un antenato delle coperte elettriche che serviva a riscaldare un letto quando veniva installata sotto quest'ultimo. Tuttavia le coperte elettriche vere e proprie furono immesse nel mercato statunitense solo nel 1937.