Il cannibale, comunque, è una parola che fuori di tecnicismi ha attecchito con forza nella lingua e nell'immaginario collettivo: prescindendo dalla conoscenza delle ritualità dell'omofagia umana, il cannibale resta paradigma del terrore che il selvaggio incute, refrattario al più elementare senso di umanità.
Fu Colombo a coniare il termine "cannibale". Passando al cannibalismo umano, fu l'esploratore a rendere celebre il nome dei Canibal, una tribù dei Caraibi, fino a farlo diventare sinonimo di antropofagi.
Diversa l'opinione di Armin Meiwes, il noto "cannibale di Rotenburg" che nel 2001 ha macellato, cucinato e mangiato un altro essere umano (salvo poi diventare vegetariano una volta detenuto): «Ha lo stesso sapore di quella di maiale, è solo leggermente più amara, più sostanziosa».
“Dal 2014 la legislazione giapponese consente il consumo di carne umana, anche se a determinate condizioni. “Resu ototo no shokuryohin” è il nome del primo ristorante del mondo, situato in Giappone, dove uno dei piatti principali è la carne umana.
Un piatto di carne umana arriverebbe a costare fino a 1.200 euro, valore che corrisponde agli alti costi necessari per procurarsi la "materia prima". E addirittura sarebbe stato stilato un listino di prezzi. Un cadavere potrebbe arrivare a costare fino a 30mila euro se giovane.