Einstein però fece una scoperta incredibile: il tempo non è assoluto bensì relativo (per questo motivo si chiama teoria della relatività) e scoprì poi che l'unica entità ad essere costante nell'universo era la velocità della luce. Dunque il tempo si doveva adattare a questa velocità, sempre costante.
Il tempo, secondo Einstein, è strettamente collegato alla velocità della luce: un corpo subisce una dilatazione temporale, cioè si misura un rallentamento del tempo man mano che si avvicina alla velocità della luce, secondo la formula che vediamo nel grafico.
Ma il passato non esiste in quanto non è più, il futuro non esiste in quanto non è ancora, e il presente sembra essere quell'eterno istante che separa il prima dal dopo. Albert Einstein, con la teoria della relatività, ci rivela che il tempo non è ciò che abbiamo da sempre immaginato.
Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo. Quando un uomo per esempio siede vicino a una ragazza carina per un'ora, sembra che sia passato un minuto.
Un giorno, parlando di relatività del Tempo, Albert Einstein disse: "Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora".