In particolare, l'Italia ha fornito crediti all'Ucraina per circa 310 milioni di euro su base bilaterale, mentre gli aiuti umanitari sono stati quantificati per un totale di 40 milioni di euro, cui è necessario aggiungere circa 390 milioni allocati agli aiuti militari.
Si tratta di uno scudo dal cielo per proteggere le città dagli attacchi aerei e missilistici e carri armati, tank e mezzi per il trasporto truppe in grado di contrastare la controffensiva russa.
I principali beni di esportazione sono materie prime quali ferro, acciaio, prodotti minerari, prodotti agricoli, macchinari e prodotti chimici. L'Ucraina si sta attualmente adoperando per razionalizzare le politiche a vantaggio delle piccole imprese negli scambi commerciali con l'UE.
Partendo dall'unica cifra diffusa in qualche modo dal ministero della Difesa il nostro Paese si dovrebbe vedere restituiti 75 dei 150 milioni spesi ma a fronte di una “quota EPF” di circa 387 milioni di euro. Cioè un totale complessivo per le casse pubbliche che supera abbondantemente i 450 milioni di spesa.
Dall'inizio del conflitto sono almeno 28 i Paesi che hanno inviato in qualche misura attrezzature militari dai propri arsenali all'Ucraina. Tra questi, i principali fornitori di armi sono Stati Uniti, Regno Unito, Lituania e Polonia.