Il fenomeno Seima-Turbino si riferisce a siti di sepoltura che datano attorno al 1500 a.C. ritrovati lungo l'Eurasia settentrionale, dalla Finlandia alla Mongolia. Gli inumati erano guerrieri nomadi e lavoratori del metallo, che viaggiavano a cavallo o su carri a due ruote. Questi nomadi originavano dai Monti Altaj.
Secondo alcuni, tale figura femminile fu dapprima identificata in Diana, la dea lunare non solo legata alla cacciagione, ma anche alla vegetazione, mentre secondo altri fu associata a una divinità minore chiamata Sàtia (dea della sazietà), oppure Abùndia (dea dell'abbondanza).
Durante il falò, l'usanza contadina prevede di osservare l'andamento del fumo e delle faville. Nel passato i partecipanti al rito dalla direzione traevano gli auspici per l'anno appena iniziato. Se il fumo del rogo va verso sud o est, spinto dal vento umido portatore di piogge, il raccolto sarà abbondante.
Al "Pan e Vin" si ricollega il falò di metà Quaresima, quando si brucia un fantoccio dalle sembianze di vecchia strega, simbolo dell'inverno, del male, della miseria.
In Veneto, il tradizionale falò della "Vecia" si svolge il giorno dell'Epifania o nella notte tra il 5 e il 6 gennaio ed il vento che muove e allontana il fumo del falò è prezioso presagio del nuovo anno: infatti, il vento proveniente da sud-ovest annuncerebbe la pioggia e, quindi, fertlità e prosperità, mentre quello ...