Strumento della categoria dei membranofoni, il tamburo è uno dei primi artefatti musicali ad entrare nella storia dell'Uomo. Reperti archeologici ne testimoniano la presenza a partire dal 6000 a.C. nelle zone dell'odierna Cina.
I Greci erano quindi convinti che lo strumento fosse di origine Frigia, mentre i romani pensavano che fosse di origine siriana. È probabile che i greci ne abbiano ricevuto l'uso dalle colonie dell'Asia Minore, e lo abbiano trasmesso ai romani.
Etimologia dall'arabo, nell'incrocio di due termini musicali: ṭunbūr e ṭabūl, il primo col significato di 'strumento a corde' e il secondo con quello di 'tamburo'. La parola tamburo, in italiano, significa principalmente 'strumento musicale a percussione'.
Tipico della tradizione popolare, il tamburello ha origini antichissime: forse esisteva già nel secondo millennio a.C. ed era comune a tutte le civiltà antiche, dagli Ebrei agli Egizi, dai Sumeri agli Ittiti.
In generale i tamburi erano a doppia membrana con fusto (TABOR) e venivano suonati con delle bacchette ricurve. Erano a fusto alto e fusto basso, legati con cordicelle che avevano la funzione di tiraggio delle pelli. Il loro uso è per esecuzioni di musica all'aperto, soprattutto con strumenti di alta cappella.