È molto difficile stabilire quale popolo abbia inventato la pasta. Se nei primi millenni a.C. si hanno solo prove dell'esistenza del pane o delle focacce cotti su pietre roventi o in forni primordiali, quelle della pasta vanno cercate nella civiltà persiana e, soprattutto, in quella greca.
Normalmente, si tende ad attribuire la nascita della pasta al ritorno di Marco Polo dalla Cina, avvenuto nel 1295. In realtà questa miscela a base di cereali ed acqua rappresenta un elemento imprescindibile della gastronomia mediterranea da diversi millenni.
Molto probabilmente non fu quindi Marco Polo a portare la pasta in Italia tornando dal suo celebre viaggio in Oriente nel 1295. Già alla fine del 1100 si hanno infatti testimonianze scritte dell'esistenza della pasta in Italia, dove questo cibo arrivò anche grazie alla dominazione araba in Sicilia.
Il giornale riportava in una sezione fumettistica e infantile come il famoso navigante veneziano, dopo essere tornato nel 1292 dalla Cina, avesse portato con sé un fascio di noodles cinesi i quali sarebbero stati all'origine della pasta italiana.
Secondo questi studi molto probabilmente sono gli arabi che introducono la pasta nella cucina italiana intorno all'anno 1000. Infatti, in un documento che risale al 1154, il geografo arabo Al-Idrin parla di un "cibo di farina in forma di fili" chiamato triyah che si confezionava a Palermo.