Perché si fa l'esame del campo visivo?

Domanda di: Sasha Pellegrini  |  Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023
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Lo studio del campo visivo è un esame importante sia in ambito oculistico, per esempio per la diagnosi del glaucoma e per monitorarne la progressione, sia in ambito neurologico, per rilevare eventuali danni alle vie ottiche (tra cui il nervo ottico) e alla corteccia visiva causati da patologie neurologiche o ischemiche ...

Quando viene richiesto il campo visivo?

Quando è consigliato farlo? Generalmente, l'esame del campo visivo può essere suggerito in seguito ad una visita oculistica nel corso della quale il paziente abbia dimostrato una diminuzione dell'acuità visiva e, eventualmente, l'alterazione del campo visivo.

Cosa si vede dall'esame del campo visivo?

Lo studio del campo visivo serve a diagnosticare eventuali alterazioni o deficit del normale campo visivo (difetto campimetrico) causate da glaucoma, diabete e malattie della retina e per valutare l'eventuale presenza di alterazioni della sensibilità retinica o di alterazioni a carico del nervo ottico.

Quali sono i primi sintomi del glaucoma?

Quali sono i sintomi del glaucoma
  • visione offuscata;
  • dolore agli occhi e alla testa;
  • nausea o vomito;
  • comparsa di cerchi color arcobaleno attorno a luci brillanti;
  • perdita improvvisa della vista.

Quali sono i valori normali del campo visivo?

Si definisce “campo visivo” quella porzione di spazio percepita da un occhio immobile. In assenza di alterazioni un campo visivo cosiddetto “normale”, si estende oltre i 90° temporalmente, 60° nasalmente e superiormente e circa 70° inferiormente.

Riccardo Berti Riboli - Esame del campo visivo computerizzato