La germinazione è caratterizzata da una serie di eventi metabolici che si scatenano in seguito all'idratazione del seme e producono sostanze utili allo sviluppo degli apparati che genereranno le parti interrate (radici) e quelle aeree della pianta (fusto, rami e fogliame).
Quanti giorni ci vogliono per far germogliare un seme?
La giusta ossigenazione dell'ambiente permette al seme di degradare il glucosio che contiene, e favorisce la fotosintesi. In condizioni ambientali ottimali, i semi hanno tempi di germinazione di circa 2 o 3 giorni.
Per scoprire se i semi sono vitali, cioè se hanno una possibilità di germinare, il modo più veloce è fare così: riempire un bicchiere d'acqua -preferibilmente trasparente-, prendere i semi e versarli. Dopo qualche minuto, o a volte 24 ore, vedrete che alcuni semi affonderanno e altri rimarranno in superficie.
La germinazione comincia quando il seme è su un terreno bagnato dove assorbe l'acqua disponibile e si gonfia fino a rompere il tegumento, la pellicola dura di rivestimento e di protezione, che assorbendo acqua si ammorbidisce.
Quando il seme raggiunge la terra adatta, con la temperatura giusta e l'umidità necessaria, germoglia: la piantina si sviluppa, consumando le sostanze di riserva. Spuntano le radici che incominciano ad assorbire acqua e sostanze utili da terreno; poi da questo esce uno stelo, da cui infine spuntano le prime foglioline.