Nel 400-600 d.C. appaiono i primi manoscritti miniati su fogli di pergamena. Questi preziosissimi libri erano scritti a mano dai monaci, decorati con materiali preziosi come l'argento e l'oro, colorati con tinte brillanti e arricchiti di illustrazioni dettagliate.
L'amanuense o copista era, prima della diffusione della stampa, la figura professionale di chi per mestiere ricopiava testi manoscritti al servizio di privati o in centri scrittori.
Un bel manoscritto di papiro degli epigrammi di Marziale costava all'autore 5 denari; ma un esemplare scritto correntemente e senza lusso anche 2 denari.
La prima edizione del testo integrale del “Codex” è opera di von Gebhardt e risale al 1883, la seconda è del Sandy e data 1885. L'Haseloff , poi, nel 1889, fornisce l'edizione delle miniature, riproducendole in fototipia, ed il Munoz, nel 1907, in cromotipia.
Il termine latino codex, nel suo significato originario, indicava, come liber, la parte interna del fusto degli alberi, cioè il legno; designò poi le tavolette cerate a uso di scrittura e infine il libro manoscritto formato di più fogli, come il libro moderno, in opposizione al rotolo.