I costi variabili di un'azienda sono quella componente dei costi totali che varia in maniera proporzionale ai volumi di produzione: più aumentano i beni prodotti, più crescono i costi variabili (e viceversa). Se l'azienda interrompe la produzione, quindi, i costi variabili si azzerano.
I costi variabili hanno invece un valore complessivo che varia al variare delle quantità prodotte o vendute. L'esempio tipico è quello delle materie prime utilizzate per la produzione, come il latte e lo zucchero per una gelateria, il pomodoro e la mozzarella per una pizzeria o il legno per una fabbrica di mobili.
Sono definiti costi variabili quei fattori produttivi il cui valore complessivo aumenta in misura proporzionale al variare delle quantità prodotte o vendute (volume di attività).
Per costi fissi si intende l'insieme dei costi il cui ammontare è indipendente dalla quantità di beni e servizi prodotti da un'attività. A questo concetto si contrappone quello di costo variabile: il cui ammontare dipende direttamente, e in maniera proporzionale, dalla quantità di beni e servizi prodotti.
Che differenza c'è tra costi fissi e costi variabili?
I costi fissi dunque devono essere sostenuti anche se la produzione è nulla. I costi variabili al contrario sono i costi che variano al variare dell'output : sono i fattori della produzione il cui valore complessivo aumenta o diminuisce se varia la quantità di beni e servizi prodotti o venduti.