Domanda di: Ettore Costa | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 5/5
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La donazione in Italia, sia di sangue che di plasma, non è remunerata. Oltre agli aspetti etici, questa scelta è una ulteriore garanzia di sicurezza per i pazienti che ricevono il sangue o gli emoderivati, perché evita che chi va a donare nasconda al medico eventuali fattori di rischio.
Grifols, CSL Plasma, Takeda's Biolife e Octapharma, i grandi centri di donazione di sangue e plasma, pubblicizzano la donazione come mezzo per guadagnare fino a 900$ nel primo mese. Una cifra che poi scende per attestarsi intorno ai 30-50 dollari per ogni donazione.
Gli effetti collaterali della donazione di plasma riguardano prevalentemente il ricevente della donazione e comprendono: Reazioni allergiche – Esse risultano dovute alla presenza di allergeni nel plasma. La reazione più frequente è l'orticaria, mentre sono rari edema e asma.
Nel giorno di permesso il dipendente manterrà l'intera retribuzione che sarà pagata dal datore di lavoro. Sarà questo poi a rivolgersi all'INPS di competenza – entro la fine del mese successivo a quello in cui il lavoratore ha donato il sangue – per richiedere il rimborso.
I globuli rossi valgono 181 euro a sacca, il plasma da aferesi (cioè estratto dal sangue intero) 171 euro, le piastrine hanno prezzi che variano da 19 a 418 euro, i linfociti 478 euro.