Il pessimismo filosofico di Leopardi ha le sue origini nel materialismo e nel sensismo del Settecento (d'Holbach, Condillac) derivato diretto dal razionalismo propugnato dall'illuminismo, dall'atomismo greco e dal pessimismo mostrato da alcuni autori antichi, come Omero e Lucrezio, con qualche influsso del romanticismo ...
La civiltà moderna ci rende infeliciQueste sono le idee che segnano il pensiero leopardiano dagli anni giovanili al 1823-1824. La civiltà moderna ci rende infeliciContemporaneamente, e fin dal biennio 1816-1818, Leopardi denuncia l'impoverimento esistenziale a cui la civiltà moderna ha condannato l'umanità.
Giacomo Leopardi impara alla perfezione il greco, il latino, l'ebraico, il francese (allora lingua nobiliare), si dedica alla filologia, traduce Omero, Esiodo, Virgilio, Orazio. Studia la grande poesia italiana e approfondisce i filosofi illuministi.
Al centro del pensiero di Leopardi si pone un motivo pessimistico, ossia l'infelicità dell'uomo. Per lui la felicità corrisponde al piacere, materiale e sensibile, che sia infinito, sia per estensione che per durata; ma i piaceri di cui può godere l'uomo non sono infiniti, da cui nasce quindi la sua infelicità.
Assunto di base del sistema filosofico leopardiano è l'infelicità umana: l'uomo è naturalmente desideroso del piacere ed è condannato a non poter soddisfare questo suo bisogno fondamentale.