(o dritto-filo) s. m., invar. – Il filo della trama d'un tessuto. Si usa per lo più come locuz. avv. o aggettivale, nelle espressioni: tagliare d. o in d., tagliare il tessuto seguendo il filo della trama; confezione d.
Da un punto di vista visivo, il rovescio del pantalone deve essere all'esterno. In questa posizione il drittofilo viene a presentarsi come il filo orizzontale parallelo alle cimosse. Visivamente è evidente osservarlo soprattutto se il tessuto utilizzato ha una colorazione chiara.
Lo sbieco è la direzione diagonale che forma un angolo a 45° rispetto alle cimose. Questo taglio dona molta elasticità ai capi e una vestibilità eccezionale, ad esempio nelle gonne svasate anni 50. Se tiri due punti di tessuto vicini tra loro, lungo lo sbieco, ti accorgi che il tessuto si allunga parecchio.
Per tessere un tessuto il telaio usa due gruppi di filo: quella per la trama, che tessono “orizzontalmente” il tessuto, e quelli dell'ordito, che lo tessono “verticalmente”.
E' possibile posizionare il dritto filo del cartamodello o anche solo alcune parti sulla diagonale del tessuto, quindi in sbieco. Comunque tranne in casi eccezionali il dritto filo del cartamodello si deve posizionare in modo che combaci con il dritto filo del tessuto, perciò in piedi.