Domanda di: Dr. Ludovico Mazza | Ultimo aggiornamento: 17 marzo 2023 Valutazione: 4.5/5
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Tra le prime azioni compiute da Adamo si ricorda il dare i nomi alle cose, proprio come fanno gli scienziati, soprattutto quelli che si occupano di tassonomia, quando nominano e classificano specie appena scoperte.
I nomi degli oggetti (fisici di base, così come dei concetti astratti) sono per lo più stati inventati da bambini, perché sono quelli la cui neuro-flessibilità è più capace di produrre una nuova analogia concetto-suono.
Invece, dare un nome nuovo vuol dire (quasi) creare un'entità nuova, estraendola dal caos di ciò che è indefinito o sconosciuto o inesistente o potenziale tanto da non poter essere nemmeno nominato. E identificandola in quanto entità diversa, separata, unica.
Un primo registro di nomi esisteva già in età romana: i cittadini venivano segnati con un praenomen (cioè il nome personale, per esempio Caio), e con l'indicazione della gens (cioè della famiglia di provenienza, "Giulia" per esempio).
Il nostro nome è la nostra identità, che ci distingue dagli altri e contribuisce alla definizione della nostra personalità. Ci rivela al mondo ed è una delle chiavi di lettura attraverso le quali il mondo ci percepisce. E' importantissimo per ciascuno di noi, un modo per considerarci unici.