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Quali sono le 5 fasi del PAI?
Le fasi della pianificazione del P.A.I. sono:
Conoscenza della persona attraverso la raccolta dati e l'osservazione. Valutazione e identificazione dei bisogni assistenziali. Determinazione degli obiettivi. Definizione degli interventi. Attuazione, esecuzione degli interventi previsti. Valutazione dei risultati.
Chi deve firmare il PAI?
Il PAI, in sostanza, è il risultato del coordinamento di tutte le figure che si occupano dell'anziano accolto nella struttura; è un documento condiviso, sottoscritto dall'Ospite o dal familiare-tutore-amministratore di sostegno.
Che differenza c'è tra il PAI e il PEI?
Nel linguaggio giuridico della citata delibera, il PI definisce le aree d'intervento, esplicitando gli obiettivi personali sulla base della valutazione dei bisogni, mentre il PAI descrive gli obiettivi e definisce gli interventi e le modalità necessarie per raggiungerli.
Qual è lo scopo del PAI?
Il Piano di Assistenza Individuale (PAI) è un documento che raccoglie tutte le informazioni di un malato in stato di bisogno, sia nelle strutture sanitarie che nelle RSA, per poter impostare un progetto di cura multidisciplinare incentrato sulle sue specifiche esigenze.
A cosa serve il PAI a scuola?
Che cos'è il Piano Nazionale per l'Inclusione (PAI)? Il PAI è un documento che inquadra lo stato dei bisogni educativi e formativi della scuola e le azioni che si intende attivare per fornire delle risposte adeguate.
Come si chiama adesso il PAI?
Il PAI, o Piano Annuale per l'Inclusione, è il documento con cui ogni istituto scolastico valuta e definisce i bisogni educativi e/o formativi dei suoi studenti, organizza e predispone gli interventi necessari su tale fronte e ne monitora gli esiti.
Dove viene inserito il PAI?
Il PAI (erroneamente a come sostengono alcuni) era inserito nel Piano dell'Offerta Formativa, è stato introdotto nell'ordinamento scolastico italiano dalla direttiva sui BES del 27/12/12 e dalla circolare ministeriale del 6/03/13 “Strumenti d'intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione ...
Quale legge introduce il PAI?
L'utilizzo dell'acronimo BES sta, quindi, ad indicare una vasta area di alunni per i quali il principio della personalizzazione dell'insegnamento, sancito dalla Legge 53/2003, va applicato con particolare attenzione.
Chi fa il progetto individuale?
In essa si specifica che il Progetto individuale di cui all'articolo 14, comma 2, della legge 8 novembre 2000, n. 328, è redatto dal competente Ente locale sulla base del Profilo di funzionamento, su richiesta e con la collaborazione dei genitori o di chi ne esercita la responsabilità.
Chi redige il PDF e il PEI?
E' redatto dagli operatori dei servizi ASL che hanno in carico la persona con autismo, dai docenti curriculari e di sostegno del consiglio di classe, con l'eventuale partecipazione dell'operatore psicopedagogico, se è presente, e con la collaborazione della famiglia.
Quali sono i tre obiettivi del PEI?
Nel PEI vengono individuati: gli obiettivi didattici, educativi e di apprendimento (inclusi quelli di inclusione e socializzazione); gli strumenti, le strategie e modalità per raggiungerli; le attività didattiche (metodologie, strutturazione e orari);
Chi fa il PDP a scuola?
Chi deve scrivere il PDP La scuola deve redigere il PDP, e ne è la principale responsabile; può chiedere assistenza a degli esperti. Il PDP viene comunque redatto in accordo con la famiglia.
Quando si aggiorna il PAI?
Elaborazione della proposta del Piano Annuale per l'Inclusività (P.A.I.) riferito a tutti gli alunni con B.E.S., da redigere al termine di ogni anno scolastico, entro il mese di giugno.
A quale documento viene allegato il PAI?
Il PAI è redatto entro il mese di giugno. Spetta al Gruppo di Lavoro Inclusione e al Collegio dei docenti approvarlo e deliberarlo entro il 30 giugno 2018. Allegato alla succitata direttiva il modello ministeriale da utilizzare.
Quale legge introduce l'inclusione scolastica?
La legge 170/2010 È con questa legge che si concretizza l'approccio innovativo dell'inclusione scolastica e si definiscono tutti gli strumenti e le metodologie per consentire il pieno sviluppo del processo formativo a partire dalla singolarità e complessità di ogni persona.
Che differenza c'è tra integrazione e inclusione?
C'è una notevole differenza tra i termini integrazione ed inclusione. Se per integrazione infatti si intende mettere fisicamente insieme le persone, senza consentire loro di condividere gli stessi strumenti, l'inclusione, invece, offre la possibilità a tutti di essere cittadini e cittadine a tutti gli effetti.
Quando viene introdotta la figura dell'insegnante di sostegno?
La figura dell'insegnante “di sostegno” è nata giuridicamente con il D.P.R. 970/1975, come docente "specialista", distinto dagli altri insegnanti curricolari ed è stata ulteriormente definita dalla Legge 517/77 che ratifica il diritto alla piena integrazione degli studenti con handicap nella scuola pubblica.
Qual'è il principio più importante dell'educazione inclusiva?
L'educazione inclusiva è intesa come processo volto a garantire il diritto all'educazione per tutti a prescindere dalle diversità di ciascuno che derivino da condizioni di disabilità e/o svantaggio psico- fisico, socio-economico e culturale.
Che differenza c'è tra BES e PDP?
Per PDP intendiamo invece il Programma Didattico Personalizzato, che viene utilizzato per gli alunni DSA (Disturbi specifici dell'Apprendimento) o BES (Bisogni Educativi Speciali) che non hanno quindi una disabilità certificata o per alunni che presentano difficoltà economiche, sociali, linguistiche.
Qual è la differenza tra BES e DSA?
DSA e BES sono la stessa cosa? La risposta è, ovviamente, negativa: la sigla DSA sta per disturbi specifici dell'apprendimento, mentre BES per bisogni educativi speciali. Questi ultimi, quindi, si riferiscono a una panoramica più ampia e generale, di cui le problematiche legate agli apprendimenti sono un sottogruppo.