Per esempio la carne, esclusa quella di maiale che è proibita, va macellata secondo un preciso rituale e le bevande non devono contenere alcol. Per poter definire un prodotto “Halal” è necessario ottenere l'apposita certificazione da uno degli enti accreditati italiani.
Tale regolamento, pur prevedendo l'uccisione dell'animale solo dopo lo stordimento, permette la macellazione rituale, quale quella “halal”, secondo la quale “gli animali possono essere abbattuti senza essere precedentemente storditi, a condizione che l'abbattimento abbia luogo in un macello".
Sono considerati halal gli animali di terra con lo zoccolo fesso, come mucche, cammelli, pecore e capre. È possibile cibarsi anche di animali selvatici come gazzelle e cervi. È permesso il consumo degli uccelli ricoperti di piume che non posseggono artigli, come il pollo e il tacchino.
“Halal” significa infatti ciò che è permesso e con la certificazione garantisce al consumatore musulmano che il prodotto sia conforme ai precetti della religione islamica. Tra questi ultimi, particolarmente importante è il divieto di utilizzare carni di maiale, alcool e prodotti non ritenuti leciti negli alimenti.
Per ottenere una carne 'halal', l'animale deve essere orientato verso La Mecca e ucciso da un mussulmano che recita alcune formulette. La cosa più controversa è che l'animale viene sgozzato senza essere stordito e quindi, anche se brevemente, soffre.