La terapia dei linfomi non prevede il ricorso a interventi chirurgici, che sono limitati alla fase diagnostica. Il cardine del trattamento di queste patologie è rappresentato dalla chemioterapia, cioè dall'utilizzo di farmaci tossici per il tumore, somministrati generalmente in vena.
Nei casi avanzati, l'approccio è più aggressivo sia come durata della cura (5-6 mesi), sia come intensità di trattamento e in alcuni sottogruppi si ricorre all'autotrapianto di midollo. Comunque, nel complesso, per le persone colpite da linfomi maligni esistono ottime prospettive di guarigione.
La chirurgia ha un ruolo quasi esclusivamente diagnostico, e rimuovere fisicamente il tumore non è quasi mai indicato. La strategia più frequentemente utilizzata è una poli-chemioterapia, quindi l'impiego di più farmaci antitumorali con somministrazione prevalentemente endovenosa.
Di norma la chemioterapia viene somministrata nell'arco di tre-sei mesi e in genere include da tre-quattro a sei-otto cicli di trattamento, di durate e intervalli variabili. Il programma inoltre può cambiare in relazione al tipo di malattia, al singolo paziente e alla reazione individuale alle cure.
I linfomi indolenti si sviluppano lentamente, possono non causare sintomi e di solito rispondono bene alle cure, quando queste si rendono necessarie. I linfomi aggressivi progrediscono più rapidamente e richiedono trattamenti più intensivi. Spesso però è possibile ottenere la guarigione dalla malattia.