Nel caso in cui per il donatario il bene donato rappresenti la prima casa, l'imposta da pagare è pari alla quota fissa di 200 euro per ciascuna imposta. Se infine il valore dell'immobile donato supera il milione di euro, bisogna pagare anche l'imposta di registro che corrisponde a un importo pari a 200 euro.
È quindi chiaro perché i notai sconsigliano la donazione: essa può essere posta nel nulla sia dagli eredi mediante l'azione di riduzione, sia dai creditori con l'azione revocatoria. Proprio perché la donazione è a rischio di un'impugnazione che la renda inefficace, rivendere un bene ricevuto in regalo è difficile.
Quali sono i rischi della donazione di un immobile? Come abbiamo anticipato, donare un immobile può causare diversi svantaggi per chi riceve il bene in questione. I rischi principali, infatti, sono collegati all'obbligo di alimenti, imposte sulle donazioni e alla difficoltà a rivendere il bene donato.
Il proprietario di un bene – mobile o immobile che sia – può farne ciò che desidera, e questo è vero anche per i beni provenienti da donazione. È chiaro quindi che chi ha ricevuto una casa in donazione la può vendere.
La donazione di immobile è un atto soggetto a revocazione, ciò significa che può essere annullata per cause di natura etico-sociale. Innanzitutto nel contratto possono essere inserite determinate clausole o condizioni per soddisfare specifiche esigenze.