cremazione: il cadavere viene sottoposto a combustione su pire o in forni crematori; imbalsamazione: il cadavere viene eviscerato, e vengono asportati anche gli organi interni, conservando solo la pelle che viene opportunamente lavata e preparata per essere conservata (talvolta anche esposta).
una prima fase dove bara e salma vengono introdotte nel forno crematorio e bruciate. una seconda fase dove l'esperto estrarrà i resti dal forno e li suddividerà per tipologia. una terza fase nella quale i frammenti ossei verranno trasformati in cenere. un'ultima fase di sigillo delle ceneri nell'urna contenitore.
Al massimo con la siringazione cavitaria (conosciuta anche come “puntura conservativa”) si inietta nelle viscere una soluzione a base di formolo, per impedire il rapido deterioramento delle anse intestinali e delle parti molli, le prime responsabili della decomposizione cadaverica.
Dopo il decesso l'organismo umano subisce un processo nel quale le sostanze di natura proteica vengono scomposte in altre più semplici da batteri saprofiti provenienti sia dall'esterno (dal suolo, per esempio) sia dall'interno dell'organismo (flora batterica).
Dopo 20 anni in un loculo quasi il 90% delle salme raggiungono uno stato di decomposizione che lascia solo le ossa. Questo permette di raccogliere i resti è riporli in un ossario. Se così non fosse in genere si predispone una nuova sepoltura, questa volta in terra per almeno 2-5 anni.